domenica 20 novembre 2011

Ne rossi ne neri - ma fascisti si?

Am vergangen Donnerstag fand in Bozen ein SchülerInnen-Protestaktion der Oberschulen statt. Es ging unter anderem um mehr Autonomie der einzelnen Schulen, Mehrsprachigkeit und die Kürzung finanzieller Beiträge. Organisiert von den sich als antifaschistisch, parteiunabhängig und nicht konfessionell gebunden verstehenden Studenti Consapevoli Bolzano und Collettivo Studentesco Meranese (Demobericht hier). Ohne Zweifel haben die Organisatoren viel Kraft in die Organisation gesteckt. So beteiligten sich erfreulicherweise an die 1000 SchülerInnen mehrerer Sprachgruppen. Es wurden bereits im vorhinein politische Flaggen und Parteisymbole für die Demonstration verboten, um  parteipolitische Einflüsse der aller Lager zu vermeiden.

Bei einigen beteiligten SchülerInnen gingen die Wogen trotzdem hoch, insbesondere im Internet fanden lange Debatten statt. Denn am hinteren Ende des Demozuges sonderte sich eine Gruppe SchülerInnen vom restlichen Demo-Zug ab. Unter ihnen bekannte Gesichter des Blocco Studentesco, der Schüler- und Studierendenorganisation von CasaPound. Unter Ihnen auch der Anführer des Blocco Studentesco Bolzano, bereits angeklagt wegen Verstoß des Scelba-Gesetzes. In einem Meer von Trikolore-Fahnen hielten sie einen Banner mit der Aufschrift "Ne rossi ne neri ma liberi i pensieri" - in ihrer schon genügend bekannten aus Frankreich übernommenen Strategie, unter dem Deckmantel der "Metapolitik" faschistisches Gedankengut zu verbreiten.
In der Diskussion wurde von etlichen angeführt, die Leute vom Blocco seien nur als normale Studierende und nicht als Organisation dabei, welche einfach nur mit allen demonstrieren wollen. Andere hingegen erklärten, dass diese sich sich trotzdem vom restlichen Demozug absonderten und, anstatt der üblichen schwarzen Blocco-Fahnen, die Tricolore schwenkten: Der Blocco verzichtete zwar auf das Emblem auf den Bannern, marschierte aber unbehelligt als Gruppe mit - das geschlossene Auftreten, Rauchbomben und die Art der "Striscioni"-Gestaltung machte sie leicht erkennbar (siehe unten).
Die OrganisatorInnen der Demonstration waren gewiss selbst von der Situation überfordert - es ist eine bekannte Taktik der NeofaschistInnen, Demos zu kapern, indem sie sich entweder an die Spitze des Zuges setzen oder mit ihrem Auftreten der Demo ihren Stempel aufdrücken.
Und trotzdem ist die breite Toleranz gegenüber neofaschistischer Organisationen unter den SchülerInnen bedenklich, keine Pfiffe und keine Buhrufe, "es sind ja schließlich auch Studenten", so die Stellungsnahme vieler. Ein merkwürder Erflog für den Blocco Studentesco, nach der Demo auf der FB-Seite von Casapound: " Massiccia presenza del Blocco Studentesco oggi alla manifestazione per l'autonomia scolastica."
Fraglich auch die Position: "in einer demokratischen Welt darf jeder demonstrieren, auch die Faschisten", ein Satz den man in Bozen of zu hören bekommt. Gruppen mit faschistische Ideologie, autoritär, antidemokratisch, nationalistisch, die im restlichen Italien gerade mit jenen gemeinsame Sache machen, die für die Missstände im Bildungsbereich verantwortlich sind (CasaPound war 2006 in einer Koalition mit dem Popolo delle Libertá und präsentiert sich vielerorts als Schlägertrupp der institutionellen Rechten), demonstrieren gemeinsam mit AntifaschistInnen. In dieser verschlafenen Demokratie scheinen fundamentale Werte und Lehren aus der Vergangenheit in Vergessenheit zu geraten.
Die Demonstration in Bozen, obwohl ein großer Erfolg für die engagierten OrganisatorInnen, wird mit einem schalen Beigeschmack in Erinnerung bleiben. Es ist dringend notwendig, sich zusammen Gedanken zu machen, wie auf derartige Offensiven in Zukunft reagiert werden kann. Denn eines ist klar: Es ist gewiss nicht das letzte Mal gewesen.


presa di posizione di "Brennerbasisdemokratie
"In occasione della giornata internazionale per il diritto al sapere circa mille alunni si sono riuniti ieri nel capoluogo sudtirolese e hanno manifestato a favore dell’autonomia scolastica, del bi- e trilinguismo e del diritto allo studio. Nella loro giusta battaglia gli studenti non si sono però preoccupati di dissociarsi dal marciume politico del blocco studentesco, i cui membri si autodefiniscono «fascisti del terzo millennio» e il cui presidente locale è stato condannato per esibizione in pubblico del saluto romano. Il «blocco» è emanazione di Casapound, ed è probabile che i suoi membri abbiano contribuito a definire il percorso della manifestazione, il cui punto di partenza era il monumento alla vittoria.
Ma non basta: Anche l’assessore competente, Tommasini (PD), nel ricevere una delegazione degli studenti, non ha esitato a confrontarsi anche col rappresentante del «blocco», contribuendo a sdoganare l’associazione come una componente qualsiasi, e di pieno diritto, della vita studentesca sudtirolese. L’unica foto pubblicata dal Landespresseamt in relazione all’incontro è quella riproposta nel presente articolo."


presa di posizione "Bolzano critica e antifascista"
La manifestazione degli studenti di giovedi è stata l'ennesimo teatro di azioni fasciste. Nascosti dietro uno striscione che riportava la scritta "nè rossi nè neri ma liberi pensieri" stavo un numero considerevole di persone. Ovviamente lo striscione era made in blocco studentesco ed ha funzionato benissimo: si poteva vedere una varietà di persone che chiaramente non avevano idea di cosa stessero facendo, ad esempio ragazzi e ragazze con la kefiaah perchè ormai va di moda, oppure un ragazzino di terza media che conosco che non ha niente a che fare con il fascismo. Insomma gente confusa, ma che i gerarchi di Casapound hanno sfruttato ben volentieri per fare numero. Spiccavano infatti alcuni personaggi sulla trentina d'anni (che oltre tutto chiaccheravano amichevolmente con gli agenti della Digos sotto palazzo Widmann) che erano evidentemente i capoccia dell'organizzazione neofascista. Come di consueto infatti era tutto ben organizzato:i colori della bandiera italiana con i fumogeni, il percorso tappezzato dei loro manifesti,la furbata di accerchiare i ragazzi che al punto d'arrivo si sono seduti per acquistare visibilità.Intano loro continuano a ripetere come dischi rotti che la manifestazione è politicizzata e che c'è lo zampino dei partiti (come se a loro fossero estranee queste cose!) e continuano a ripetere che non sono ne rossi ne neri. Molti di loro sfoggiano felpe firmate Casapound o Blocco Studentesco, e mi sorprende vista la loro avversione al capitalismo! Un marchio, caricato di contenuti fascisti, che da loro il senso del gruppo..Un marchio che cerca di raccogliere tutto il possibile sotto l'illusorio sentimento borghese nazionalista parlando anche di socialismo, come se le due cose fossero compatibili. A questo proposito, sostiene Erich Fromm, è tipico sentimento borghese il voler annullare il proprio io in qualcosa che viene ritenuto superiore all'individuo, ad un'autorità che può essere Di, il denaro,la propria nazione,la propria bandiera, ed è per questo che il fascismo è figlio dell'ideologia borghese. La reazione della maggioranza dei manifestanti in ogni caso è stata chiara:dopo la canzone I cento passi dei Modena City Ramblers, dal corte si è levato il grido forte e chiaro: SIAMO TUTTI ANTIFASCISTI!"


5 commenti:

  1. Voglio copiare qui il mio pensiero su come si è svolta la manifestazione, già in precedenza pubblicato su facebook, per far sentire la voce di una studentessa che era andata alla manifestazione senza sapere che avrebbe dovuto condividere la piazza con i fascisti, cosa dalla quale è rimasta delusa e schifata. (C'è scritto oggi perchè il post è vecchio e risale al giorno della manifestazione).

    Oggi, a Bolzano, la manifestazione studentesca si è svolta INSIEME ai fascisti di Blocco Studentesco e Casa Pound, senza che ci fosse nemmeno un avvertimento da parte degli organizzatori, gli Studenti Consapevoli, di questo...
    Sono veramente schifata da quanto accaduto, dato che io non ci sto a dividere la piazza coi fascisti! Sono antifascista e non scendo a patti!
    Sinceramente mi ha rotto le scatole questa storia di togliere la politica persino dalla politica, mi ha rotto lo slogan su cui il governo marcia: "Nè rossi, nè neri ma liberi pensieri!", e non sono disposta a manifestare coi fasci. Se queste sono le manifestazioni al giorno d'oggi, non ci partecipo più.
    Provo schifo e vergogna per quanto successo oggi a Bolzano.


    L.M.

    RispondiElimina
  2. In Bozen ist der Faschismus hoffähig, er wird von den Italienern, ja sogar von den Linken als normaler Teil des politischen Spektrums gesehen.

    Seht es ein, die Demokratie hat verloren, die Faschisten sind auf dem Weg zurück auf die Straße, in die Köpfe und in die Parlamente.

    Die resistenza hat es nie gegeben, sie war ein Mythos um sich als "Siegernation" zu verstehen. Italien ist seit 1922 zutiefst faschistisch. Das hat sich nie geändert.

    RispondiElimina
  3. 2 anni fa a roma:

    E si dicono tutti d'accordo: "E' una manifestazione apartitica e apolitica - dicono - senza firme né bandiere. Siamo uniti contro la riforma Gelmini".
    Eppure qualche firma c'è. I ragazzi di destra indossano felpe nere con la scritta: "Blocco Studentesco". Sulle magliette di qualcun altro si leggono slogan in difesa dei centri sociali di destra, come "Casapound non si tocca". Tanto che a piazza Venezia una parte del corteo, formata da ragazzi in prevalenza di sinistra, vicina all'Unione degli Studenti, decide di staccarsi e di non proseguire "per prendere le distanze da eventuali strumentalizzazioni".

    da http://www.repubblica.it/2008/10/sezioni/scuola_e_universita/servizi/scuola-2009-3/corteo-bipartisan/corteo-bipartisan.html?ref=search

    RispondiElimina
  4. Bella, tanto da far venire i brividi, la testimonianza della studentessa del primo commento.

    RispondiElimina
  5. oh ma la smettete di piangere?

    RispondiElimina